La velocità nel calcio

La velocità  nel calcio

L’allenamento o sessione specifica per allenare la velocità nel calcio, devono riguardare quelle situazioni e quei gesti che si verificano nelle partite, in modo che ogni particolare del gesto divenga quasi istintivo e dunque automatico. In particolare l’allenamento punta a migliorare e a sviluppare: la capacità di reazione, la capacità di accelerazione, la capacità di spostamento, e la resistenza alla velocità.

La velocità costituisce delle doti fondamentali del calciatore ed è sempre condizionata dalle situazioni di gioco e dalla capacità tecnica; è una capacità molto complessa ma i margini di miglioramento dono sensibili. E’ un tipo di velocità che deve permettere al calciatore di eseguire correttamente i gesti tecnici, di mantenere in equilibrio con facilità e di cambiare direzione e velocità.

Le componenti della velocità

Quattro sono le componenti che caratterizzano l’espressione del gesto veloce: la velocità di reazione, la velocità di accelerazione o esecuzione, la velocità di spostamento o velocità gestuale, la velocità lanciata o resistenza alla velocità.

La velocità di reazione è rappresentata dal tempo minimo che intercorre da quando si riceve uno stimolo a quando compare la risposta (reazione cinetica). Il tempo di reazione dipende dalla funzionalità delle singole parti del sistema nervoso centrale coinvolte nel processo stimolo-reazione; tale funzionalità è influenzata dalla predisposizione genetica ma può essere migliorata e sfruttata appieno se continuamente sollecitata attraverso l’allenamento. Il cervello può infatti riconoscere più velocemente esperienze motorie già vissute e memorizzate, e risponde adeguatamente con maggior rapidità. Dalla nascita ai 25 anni il tempo di reazione diminuisce e raggiunge la sua migliore espressione di efficienza fra i 18 e i 25 anni; dopo ricomincia ad allungarsi progressivamente con il passare degli anni. Nel calcio la velocità di reazione è fondamentale ed è il punto di partenza ogni movimento veloce.

La velocità di accelerazione o esecuzione entra in gioco subito dopo la velocità di reazione. Essa dipende dalla costruzione biochimica del muscolo scheletrico, in particolare dal tipo di fibre, dalla quantità di materiale energetico a pronto impegno di cui dispone (ATP e fosfocreatina) e dalla quantità delle sue innervazioni. Influiscono in questo casa in maniera determinante le predisposizioni genetiche ed ereditarie: l’allenamento può migliorare solo in minima parte le prestazioni. La capacità di accelerazione si sviluppa in particolare nel periodo che va dai 13 ai 16 anni, in relazione allo sviluppo della forza veloce che aumenta notevolmente nel periodo della pubertà.

Combinando velocità di reazione e velocità di accelerazione si ha la velocità di spostamento o velocità gestuale, che è dato dal tempo impiegato a percorrere una certa distanza. Fattori particolari determinano questo tipo di espressione motoria, cioè l’ampiezza del gesto e la frequenza. L’ampiezza del gesto dipende da fattori meccanici (lunghezza delle leve), fisiologici (potenza ed elasticità muscolare) e tecnici (corretta esecuzione del gesto); la frequenza dipende dalla rapidità di esecuzione di gesti ritmici (per esempio nella corsa dalla rapidità con cui viene eseguita la sequenza dei passi).

La resistenza alla velocità è la capacità d’apporsi il più possibile al rallentamento.Dipende dalla capacità di resistenza anaerobica che è scarsamente sviluppata nei giovani e pertanto a loro poco adatta. L’allenabilità aumenta gradualmente dopo l’adolescenza, ma solo dopo i 18 anni si riscontano efficaci miglioramenti.

Per un’analisi più approfondita è opportuno distinguere la velocità del giocatore in due gruppi:

1) velocità con palla:

     2) velocità senza palla.

La velocità con palla, sarà tanto più elevata, quanto più sviluppata sarà la capacità tecnica del calciatore. Quando ampi spazi si aprono davanti al giocatore in possesso di palla, l’azione sarà abbastanza fluida e sarà sicuramente più vicino alla massima, se il giocatore è invece inseguito, contrastato dall’avversario, non solo la palla sarà d’ostacolo all’azione di corsa, ma anche la presenza dell’avversario recherà gran disturbo alla stessa corsa, sarà allora necessario ricorrere al bagaglio di conoscenze tecniche quali finte, cambi di ritmo, di direzione ed arresti improvvisi.

La velocità senza palla, si possono raggiungere punte di velocità maggiori pur sempre condizionati dalle diverse situazioni di gioco. Bisogna prendere in considerazione anche i momenti in cui il calciatore ha perso il possesso della palla e deve rincorrere l’avversario. Questo tipo di corsa “difensiva” può essere di piena velocità in casi estremi o di velocità variate se ci si può avvalere della copertura attuata dai compagni.

Allenare la velocità

La velocità è una qualità condizionale naturale, di per sé allenabile solo in parte. Poiché però essa dipende anche da altri qualità (forza, resistenza, mobilità), allenando queste si riesce anche a incrementare sensibilmente la capacità di eseguire gesti tecnici. L’allenamento non migliora di molto la velocità in termini assoluti, tuttavia perfeziona la tecnica del gesto, che diventa più economico e vantaggioso, rende più veloci e reattive le risposte agli stimoli e sviluppa notevolmente la capacità di concentrazione e la memoria. Inoltre l’allenamento, se non può migliorare i fattori genetici o costituzionali, permette di accrescere a livello muscolare le riserve energetiche di pronto impegno (fosfocreatina). Un calciatore allenato ha nei muscoli riserve di fosfocreatina che gli permette di compiere sforzi della durata di 9-10 secondi, mentre un atleta non allenato esaurisce le sue riserve dopo appena 5-6 secondi.

L’allenamento specifico alla velocità comprende l’esecuzione di esercizi in tempi brevi (8-12 secondi) alla massima velocità. poiché questo tipo di attività è molto dispendioso, gli esercizi dovranno essere intervallati da recuperi adeguati (3.5 minuti).

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Fonte: www.topallenatori,it

bibliografia:         Pier luigi Del Nista – June Parker – Andrea Tasselli   “Comprendere il movimento”

                               A. Rovida                                                                               “Teoria e metodologia dell’allenamento”

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