Chivu vive un inizio di stagione sulle montagne russe, però per lui arriva una vendetta che pesa più di qualsiasi risultato.
Chi guarda la stagione dell’Inter guidata da Cristian Chivu rischia di farsi ingannare dalle apparenze. Basta soffermarsi un attimo sulle sensazioni che ha lasciato questo avvio per capire quanto tutto sia stato instabile. Una settimana sembra tornare il sereno, la successiva arriva una nuova scossa. La sconfitta nel derby di Milano brucia ancora, perché perdere quella partita per i tifosi interisti non è mai un dettaglio. Quella contro l’Atletico in Champions, poi, ha fatto ancora più male, quasi come un richiamo severo alla realtà.
Eppure l’Inter è lì, viva, attaccata al Napoli e al Milan come se niente fosse, a un solo punto dalla vetta. Una situazione che, senza ombra di dubbio, racconta molto più della solidità mentale del gruppo che dei passaggi a vuoto. Però c’è un elemento che nelle ultime ore ha cambiato il racconto attorno a Chivu. Una sorta di rivincita personale, anche se nessuno la chiamerà mai così a voce alta. Una vendetta sportiva che non riguarda un gol allo scadere o un episodio arbitrale, ma un giudizio espresso con chiarezza, che pesa eccome.
Chivu sorride: Inzaghi demolito
Simone Inzaghi esce demolito da un paragone diretto che arriva da una firma autorevole come quella di Massimiliano Gallo del Corriere dello Sport. Prima di arrivarci, però, vale la pena ricordare da dove nasce tutto. La vittoria dell’Inter a Pisa ha dato ossigeno all’ambiente e ha offerto lo spunto perfetto per un editoriale che ha acceso la discussione.
Gallo ha voluto mettere sotto la lente proprio la figura di Chivu, descrivendolo come “il terzo uomo copertina”. Un’espressione che sembra quasi casuale e invece colpisce nel segno. Il giornalista ha scritto che Chivu è l’allenatore che ha ridato fiducia al “partito dei moderati del calcio”.
Una frase che, letta tra le righe, racconta molto. Significa che Chivu non alza mai i toni, non cerca alibi, non si nasconde dietro le difficoltà. Reagisce, sempre. E si vede, dice Gallo, da come affronta le sconfitte. Non drammatizza, prova comunque a guardare avanti, a vedere il bicchiere mezzo pieno. Non è un dettaglio, soprattutto in una piazza che vive di estremi come Milano.

Chivu elogiato pubblicamente in un editoriale (Foto IG @dnanerazzurro_
– topallenatori.it)
Il passaggio che però ha acceso la discussione riguarda un altro nome. Piotr Zielinski. Gallo ha scritto che il polacco, nel suo primo anno a Milano, è sembrato un fantasma. O addirittura un ectoplasma. Un’immagine forte, che però rende bene l’idea di un calciatore arrivato con grandi aspettative ma rimasto ai margini. E qui parte la stoccata. Perché secondo Gallo, Zielinski è uno di quei giocatori che hanno bisogno di sentirsi al centro del progetto, di avere una guida che li comprenda. E Chivu questa sensibilità l’ha avuta subito. Inzaghi, invece, evidentemente no. Gallo ha scritto: “Piotr Zielinski che ha attraversato il primo anno milanese come se fosse un fantasma. O un ectoplasma. Zielinski è uno di quei calciatori che ha bisogno di sentirsi al centro del progetto. E Chivu ha avuto l’intelligenza di capirlo”.
L’anno del fantasma, infatti, era proprio sotto la gestione di Inzaghi. E questo, senza ombra di dubbio, pesa più di qualsiasi parola. Così la vittoria di Pisa diventa molto più di una semplice trasferta portata a casa. Diventa il simbolo di un ribaltamento silenzioso, di una leadership che si sta imponendo partita dopo partita. Chivu non è ancora in vetta, però ci è vicinissimo. E se continua così, la sua vendetta sportiva rischia di trasformarsi in qualcosa di molto più grande.

Vendetta di Chivu su Inzaghi (Foto IG @interchannel__1908 - topallenatori.it)






