La notizia è delle ultime ore: Jannik Sinner si è messo in un vero guaio, e stavolta la preoccupazione tra i tifosi è palpabile.
Già, perché quando si parla di Jannik Sinner non si parla solo di tennis, ma di simbolo, di orgoglio nazionale, di un ragazzo che in pochi anni ha conquistato il cuore di milioni di italiani. Eppure, dopo settimane di gloria e sorrisi, l’altoatesino si ritrova nuovamente al centro di un caso che divide tifosi e addetti ai lavori.
Una scelta personale, certo, ma che rischia di pesare parecchio sulla sua immagine. La notizia che ha fatto scattare l’allarme è la rinuncia alla Coppa Davis. Jannik ha deciso di non rispondere alla convocazione dell’Italia per le Finals in programma a Bologna dal 18 al 23 novembre prossimi.
Sinner finisce nei guai
Una decisione che, a prima vista, può sembrare logica, quasi scontata: dopo una stagione estenuante, costellata di successi e impegni, Sinner ha scelto di fermarsi, di ricaricare le batterie per preparare al meglio la prossima stagione. Però, come spesso accade, ciò che è comprensibile sul piano sportivo non lo è altrettanto sul piano emotivo.
Infatti, nel Paese che sogna in grande e che ha fatto di Sinner il proprio idolo sportivo, il passo indietro è stato accolto con una certa amarezza. E a sottolinearlo è stato anche Massimo Gramellini, dalle pagine del Corriere della Sera, nel suo consueto editoriale “Il Caffè”. Le sue parole non sono un attacco frontale, ma contengono una riflessione sottile, quasi affettuosa, eppure intrisa di disappunto. “Provo un morso di delusione”, scrive Gramellini, ammettendo quel senso di amarezza che in tanti, sotto sotto, provano davanti alla decisione di Jannik.

Sinner delude tutti, tifosi increduli (Foto IG @janniksin – topallenatori.it)
Il giornalista aggiunge poi una frase che suona quasi come una profezia: “Immagino che sappia di essersi messo in un bel guaio: se perdiamo la Davis, daranno la colpa a lui, mentre se la vinciamo smetterà di sembrare indispensabile.” Ed è proprio qui che sta il nodo della questione. Sinner, nel tentativo di proteggersi, rischia di finire in un vicolo cieco. Da un lato la necessità di gestire il proprio fisico e la propria carriera, dall’altro la responsabilità, o forse il peso, di rappresentare un’intera nazione.
Conteggiando tutto, è facile capire perché i tifosi siano così turbati. L’idea di un’Italia senza Sinner fa paura, soprattutto dopo averlo visto trascinare il tricolore in alto negli ultimi mesi. Però, allo stesso tempo, nessuno può ignorare quanto sia logorante la vita di un top player. Viaggi, tornei, pressioni costanti, e quel bisogno sempre più urgente di non bruciarsi troppo presto.
Sinner lo sa, e lo ha detto chiaramente: “È stata una scelta non semplice”. Eppure la sensazione è che, per quanto razionale, questa decisione rischi di trasformarsi in un boomerang mediatico. Perché Jannik, senza volerlo, si è infilato in un terreno scivoloso, dove ogni mossa sarà giudicata. E dove, senza ombra di dubbio, la prossima vittoria dovrà valere doppio, per far dimenticare il “guaio” di questa rinuncia.