Con l’infortunio subito contro il Cagliari il destino di Vlahovic è cambiato drasticamente. Non lo vuole più nessuno: anche il Milan lo ha scaricato.
C’è un’aria diversa attorno al Milan, di quelle che sanno di continuità e consapevolezza. Il campionato ha restituito una squadra solida, organizzata, certamente ancora perfettibile, ma mentalmente presente e più matura rispetto ai mesi convulsi dell’ultima stagione. L’addio di due colonne come Theo Hernandez e Reijnders, accompagnato da una revisione tecnica profonda, aveva generato dubbi e pronostici cauti, ma la mano di Massimiliano Allegri si è vista fin da subito: blocco basso quando serve, ripartenze chirurgiche, capacità di soffrire, una gestione degli spazi più razionale rispetto al passato. Il Milan attuale non è uno spettacolo pirotecnico, ma è concreto: fa punti, sa aspettare e, soprattutto, concede meno.
Ci sono blackout, sì – ed è naturale. Le scosse fisiologiche di un progetto tecnico che sta ancora trovando la propria versione definitiva. Ma il terreno è fertile, la classifica sorride, il gruppo sta crescendo e l’ambiente percepisce una squadra che ha ripreso ad avere identità. Eppure, dalle parti di Milanello nessuno si illude, perché per competere davvero fino alla fine servono alternative credibili, soprattutto davanti. Se fino a poche settimane fa il grande sogno dell’allenatore era Dusan Vlahovic, individuato come il profilo perfetto per completare il reparto e dare profondità offensiva, l’infortunio del serbo – lungo, pesante, potenzialmente determinante nell’economia di mercato – ha cambiato completamente la sceneggiatura del prossimo gennaio. Con il giocatore destinato allo stop e con la Juventus costretta di fatto a rinunciare a una monetizzazione, il Milan si ritrova costretto a ricalibrare l’orizzonte. Una porta si è chiusa, ma un’altra potrebbe aprirsi. E questa porta guarda verso Roma.
Torna di moda Dovbyk: il Milan osserva e valuta l’assalto
Il nome che torna sul taccuino rossonero è quello di Artem Dovbyk, centravanti ucraino arrivato in Italia con la fama di bomber implacabile. La sua stagione da urlo in Liga, culminata con il titolo di Pichichi (capocannoniere) grazie ai 24 gol con il Girona, aveva acceso i riflettori internazionali e convinto la Roma a investire su di lui con una formula importante. Fin qui, però, l’esperienza italiana non ha avuto lo stesso impatto. Nessuna bocciatura, ma un adattamento lento, punteggiato da lampi e pause, come se il talento fosse ancora compresso, in attesa di una scintilla tecnica o ambientale capace di liberarlo. Ed è proprio questa scintilla che Allegri ritiene di poter accendere. A Milanello circola l’idea che Dovbyk, con un contesto tattico differente e con una guida più strutturata, possa ritrovare la versione dominante vista in Spagna.

Torna di moda Dovbyk: il Milan osserva e valuta l’assalto – Topallenatori.it (screen Youtube)
Il Milan starebbe valutando un tentativo concreto per gennaio, sfruttando una finestra che potrebbe rivelarsi più favorevole del previsto. La Roma ha necessità di vendere, ma molto dipenderà dalle formule e dalle contropartite. Si parla di un possibile scambio che coinvolga Santiago Gimenez, o più realisticamente di un prestito oneroso con diritto (o obbligo) di riscatto legato a obiettivi, una soluzione che garantirebbe flessibilità ai rossoneri e margini di controllo ai giallorossi. Per il Milan sarebbe una scommessa calcolata, perché Allegri sa puntare su un centravanti strutturato, esperto, fisicamente dominante e con numeri importanti nel bagaglio recente. Per Dovbyk, potrebbe essere l’occasione della vita.

Tristezza Vlahovic, non lo vuole più nessuno: il Milan pesca a Trigoria - Topallenatori.it (Screen Youtube)






