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Sinner, ora basta: non lo lasciano in pace, tirato in ballo Alcaraz

Sinner si allenaSinner, ora basta: non lo lasciano in pace, tirato in ballo Alcaraz - Topallenatori.it (screen Youtube)

Dove c’è Sinner, c’è Alcaraz e viceversa. Quello che stanca è il continuo tirare in ballo l’altoatesino anche quando manca dai campi: ora basta.

Per gli appassionati di tennis questo mese ha il sapore amaro dell’astinenza. Dopo un 2025 vissuto a ritmi altissimi, fatto di finali leggendarie, rimonte impossibili e duelli che hanno segnato una generazione, il calendario si ferma e lascia spazio a un limbo che sembra infinito. Le luci dei tornei si spengono, i riflettori si abbassano, e resta soltanto l’eco delle sfide che hanno già costruito un’epoca: Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz. Un tormentone che non conosce tregua e che, anzi, più passa il tempo più cresce nell’immaginario collettivo, come se ogni giorno senza tennis servisse solo ad alimentare il desiderio del prossimo round. Gennaio, con il ritorno del grande tennis e la corsa agli Australian Open, appare lontano anni luce. E, mentre i campi restano vuoti, i social, le redazioni, i circoli e i bar sport continuano a riempirsi di discussioni. Chi è davvero il migliore tra i due? Quale dei due diventerà il volto assoluto del tennis moderno?

Se Sinner ha chiuso l’anno con la consapevolezza di poter dominare chiunque, per molti l’obiettivo principale del 2026 sarà tornare numero uno del mondo – scavalcando proprio il rivale spagnolo. È la narrativa perfetta: due fenomeni, due scuole di pensiero, due visioni opposte del tennis che si attraggono e si respingono come magneti. Eppure, al di là di numeri, ranking e statistiche, resta qualcosa di più sottile e prezioso, ovvero la sensazione di assistere a un cambio generazionale diverso da tutti gli altri. Dove un tempo c’erano Federer, Nadal, Djokovic, oggi ci sono Sinner e Alcaraz, giovani ma già pesantissimi, capaci di trasformare una partita in un evento globale. Anche chi non segue il tennis ogni settimana si ferma quando i due scendono in campo, perché lì, in quelle ore, succede qualcosa e questo, di riflesso, non lascia indifferenti nemmeno le icone del passato come Bjorn Borg.

Bjorn Borg si confessa: la sua verità sul duello Sinner-Alcaraz

È in questo contesto che le parole di Bjorn Borg, leggenda vivente del tennis, risuonano con un peso particolare. Intervistato da Marca, lo svedese è tornato sul momento che cambiò per sempre il suo destino: il ritiro a soli 26 anni. Non un addio romantico, non una chiusura di cerchio, ma una decisione che oggi lui stesso guarda con dolore. Il pentimento emerge chiaro, quasi come un livido che non è mai sparito, un fantasma che riappare ogni volta che vede in campo due giovani campioni riaccendere quella fiamma che lui – troppo presto – scelse di spegnere.

Bjorn Borg si confessa: la sua verità sul duello Sinner-Alcaraz – Topallenatori.it (screen Youtube)

Borg ha raccontato con lucidità quel passaggio, ammettendo di aver perso motivazione, energia mentale, equilibrio emotivo. Poi, lo sguardo dell’ex campione si sposta sul presente. E lì l’analisi si fa attuale, diretta, persino tagliente. Le sue parole suonano come una benedizione per entrambi i pretendenti al trono del tennis moderno. Penso che (Sinner e Alcaraz) siano la cosa migliore che potesse capitare al tennis – ha detto l’ex numero uno – non mi perdo mai i loro duelli in campo: sarà interessante vedere come si spartiranno i tornei dello Slam nella prossima stagione. Jannik è più aggressivo, ma se devo scegliere dico Carlos per come sente la palla. Una carezza per lo spagnolo, un piccolo schiaffo per l’italiano. Non tanto per denigrare Sinner, ma per esprimere una preferenza di sensibilità tennistica, di stile, di connessione con il gioco. Borg ha scelto, seppur con equilibrio, Alcaraz.

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