Deve essere ormai una missione per Djokovic punzecchiare Jannik Sinner, ma stavolta le sue parole hanno trovato una risposta da applausi.
Negli ultimi giorni il caso Clostebol legato a Jannik Sinner è tornato improvvisamente al centro delle discussioni internazionali per una nuova uscita pubblica di Novak Djokovic. Il campione serbo, reduce dal titolo di Atene, ha rilasciato dichiarazioni che hanno fatto rumore, definendo “strana” la gestione dell’intera vicenda e lasciando intendere che, a suo giudizio, l’italiano avrebbe ricevuto un trattamento privilegiato. Le sue parole hanno riaperto un dibattito che sembrava ormai alle spalle, con una tempistica che non è passata inosservata alla vigilia delle ATP Finals. Djokovic ha affermato che – se Sinner fosse stato numero 500 al mondo sarebbe stato squalificato – aggiungendo che la sospensione tra gli Slam e l’apparente mancanza di trasparenza avrebbero destato più di un dubbio. Una posizione dura, che ha inevitabilmente riportato tensione attorno al nome di Sinner, già costretto a convivere con l’etichetta di un episodio che ha segnato la prima parte della sua stagione.
Di fronte a tutto questo, l’altoatesino ha scelto ancora una volta la via più difficile ma anche la più coerente con il suo carattere: il silenzio. Nessuna replica, nessun commento, nessun rimbalzo sui social. Jannik Sinner ha preferito parlare attraverso ciò che lo rappresenta meglio: il tennis. L’ha fatto prima superando Auger-Aliassime, poi battendo Alexander Zverev con una solidità mentale che ha confermato quanto la sua concentrazione sia impermeabile alle polemiche esterne. Sul campo, Sinner continua a mostrare una maturità da veterano, una calma glaciale che gli ha permesso di lasciarsi alle spalle discussioni e insinuazioni, focalizzandosi esclusivamente sull’obiettivo: chiudere alla grande il torneo di Torino e ribadire di essere uno dei due migliori giocatori al mondo nel 2025. Se Sinner ha scelto il silenzio però, ci ha pensato Darren Cahill a controbattere al polemico Nole.
Cahill rompe il silenzio, Djokovic zittito: “Bassa forma di conoscenza umana”
Se Jannik Sinner ha scelto di non entrare nella polemica, qualcun altro nel suo team ha deciso di far arrivare un segnale forte. Il suo supercoach, Darren Cahill, ha pubblicato una storia su Instagram che ha immediatamente attirato l’attenzione dei tifosi e degli addetti ai lavori. La tempistica – a poche ore dalle frasi di Novak Djokovic – non è stata certo casuale e in molti hanno interpretato quel post come una replica indiretta ma molto chiara alle accuse del serbo. Cahill ha condiviso un pensiero dell’ex coach Sven Groeneveld, a sua volta tratto da un aforisma attribuito a Bill Bullard: “L’opinione è la forma più bassa di conoscenza umana. Non richiede responsabilità né comprensione. La forma più alta di conoscenza è l’empatia, perché ci impone di mettere da parte il nostro ego e vivere nel mondo di un altro.”

Cahill rompe il silenzio, Djokovic zittito: “Bassa forma di conoscenza umana” – Topallenatori.it (screen Youtube)
Parole profonde e che allo stesso tempo sembrano colpire proprio uno dei punti più discussi dell’intervento di Djokovic: il giudizio pubblico, le supposizioni, l’idea di poter valutare la situazione dall’esterno senza considerare né il contesto né la complessità del caso. Il post non contiene riferimenti diretti al serbo, ma il contorno parla da sé. L’eco mediatica è stata inevitabile, e molti hanno letto in quelle righe una difesa elegante ma fermissima nei confronti del suo giocatore. Che fosse o meno indirizzato a Djokovic, il messaggio di Darren Cahill ha avuto un effetto chiaro: impedire che il silenzio di Sinner venisse interpretato come assenso o debolezza.

Sinner, Djokovic messo a tacere: la risposta è da applausi - Topallenatori.it (screen Youtube)












