Alla Juventus i nodi da sciogliere sono veramente molti. L’infortunio di Vlahovic ha complicato le cose, ma Spalletti ne ha fatto fuori un altro.
L’umore, nell’ambiente bianconero, è duplice. Da un lato la Juventus ha ritrovato una certa continuità e l’aria sembra più respirabile rispetto alle settimane più caotiche della stagione. Le idee di Luciano Spalletti cominciano a sedimentare, il palleggio è più fluido e la squadra ha ritrovato quell’aggressività che nei mesi scorsi sembrava sbiadita. Il ritorno alla vittoria in campionato ha ridato fiducia a un ambiente che ha vissuto, tra infortuni e incertezze, un avvio tutt’altro che lineare. Eppure, sotto la superficie, resta un nervo scoperto: l’attacco. Il reparto offensivo bianconero vive la fase più delicata degli ultimi anni. Dusan Vlahovic, dopo il nuovo problema fisico accusato contro il Cagliari e la decisione di ricorrere all’intervento chirurgico, deve fare i conti con una stagione che rischia di essere quasi compromessa. Il recupero previsto di circa tre mesi lo terrà fuori fino a febbraio inoltrato, se non marzo, ma nella migliore delle ipotesi il serbo tornerebbe quando i giochi saranno già profondamente avviati. E non è un dettaglio irrilevante: per Vlahovic dovrebbe infatti essere anche l’ultima annata a Torino, con un contratto pesante e una situazione sportiva che non facilita le certezze future.
Nel frattempo, Spalletti ha dovuto reinventare il proprio attacco. Kenan Yildiz, ragazzo dalle qualità tecniche rare, ha assunto sempre più centralità, anche in posizione da falso nove quando necessario. Lois Openda alterna lampi a pause, Jonathan David è ancora alla ricerca di continuità. Insomma, ci si muove tra soluzioni temporanee, magie episodiche e una coperta che resta corta. Il materiale umano non manca, ma manca l’attaccante totale, quello che porta gol, peso e presenza continua nell’area avversaria. E qui entra in scena il grande punto interrogativo: Arkadiusz Milik.
Milik, contratto fino al 2027 ma futuro segnato: “Capitolo chiuso”
La gestione di Milik è diventata negli ultimi mesi uno dei dossier più complessi della Juventus. Da tempo fermo ai box, l’attaccante polacco vive una condizione sportiva sospesa: tesserato, ma mai realmente disponibile; sotto contratto, ma difficilmente considerabile nel presente tecnico. A pesare non è solo l’infortunio al ginocchio con intervento al menisco nel 2024 – da cui non è mai rientrato in modo stabile – ma una carriera costellata di problematiche fisiche: doppia rottura dei crociati ai tempi del Napoli, ricadute muscolari in Francia, stop ripetuti da quando è a Torino. Un talento frenato, anno dopo anno, da un corpo che ha sempre chiesto più cautela che esplosività.

Milik, contratto fino al 2027 ma futuro segnato: “Capitolo chiuso” – Topallenatori.it (screen Youtube)
A raffreddare ulteriormente le prospettive ci sono le parole del giornalista Gianni Balzarini, che nel suo canale YouTube ha fatto il punto senza giri di parole. Prima la notizia tecnica: Milik ha spalmato il contratto fino al 30 giugno 2027, soluzione utile alla società per diluire l’ingaggio. Ma il giornalista ha gelato l’ambiente: “Non si può fare affidamento su Arek Milik come calciatore”. Il concetto non si ferma lì. Balzarini ha aggiunto che, nonostante il vincolo lungo – il capitolo Milik è chiuso – paventando la possibilità che il club possa valutare anche una rescissione al termine della stagione, qualora non si trovasse una destinazione sul mercato. Una prospettiva drastica ma comprensibile, con la Juve già priva di Vlahovic e costretta a reinventare assetti offensivi, non c’è spazio per un giocatore che oggi non offre garanzie fisiche, né tempi di rientro chiari.

Rescinde e va via, Spalletti spietato: la Juve è un capitolo chiuso - Topallenatori.it (screen Youtube)






