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Pio Esposito scaricato, Chivu non fa sconti: decisione pesante

Pio EspositoPio Esposito scaricato, Chivu non fa sconti: decisione pesante - topallenatori.it (screen Youtube)

Non è stata una grande serata per l’Inter e ancor meno per Pio Esposito. L’enfant prodige ex Spezia è stato scaricato senza troppe remore da Chivu.

La semifinale di Supercoppa Italiana tra Inter e Bologna, disputata in Arabia Saudita, ha confermato quanto il divario tra le due squadre, almeno in questo momento della stagione, sia molto più sottile di quanto raccontino blasone e ambizioni iniziali. I novanta minuti regolamentari si sono chiusi sull’1-1, al termine di una gara giocata a viso aperto, intensa, ricca di duelli e con entrambe le formazioni determinate a conquistare il pass per la finale contro il Napoli, reduce da una vittoria netta e convincente contro il Milan. L’Inter ha provato a indirizzare subito la partita trovando il vantaggio con Marcus Thuram, bravo a sfruttare una delle prime vere occasioni create dai nerazzurri. Una rete che sembrava poter incanalare il match sui binari preferiti dalla squadra di Cristian Chivu, ma il Bologna ha dimostrato ancora una volta di avere personalità e struttura. I rossoblù non si sono disuniti, hanno continuato a giocare con ordine e coraggio, trovando il pareggio con Riccardo Orsolini su calcio di rigore, episodio chiave di una prima frazione combattuta anche sul piano nervoso.

Nella ripresa il copione non è cambiato. L’Inter ha provato a gestire il possesso, il Bologna ha risposto con aggressività e transizioni rapide, senza mai abbassare il baricentro in maniera passiva. Ne è uscita una partita equilibrata, con poche occasioni limpide ma con la costante sensazione che un episodio potesse spostare l’inerzia da un momento all’altro. Alla fine, nessuna delle due è riuscita a prevalere nei tempi regolamentari, rimandando il verdetto alla lotteria dei calci di rigore. Ed è proprio lì che, al di là del risultato finale, sono emerse le prime preoccupazioni in casa Inter. Tre rigori sbagliati sono costati cari a Chivu, condannato da Ciro Immobile a fare la stessa fine dei cugini rossoneri. A preoccupare però, è stato Pio Esposito, messo da parte in una gara che forse poteva permettergli di dire di più.

Il caso Pio Esposito: scelta di Chivu che fa discutere dopo l’eliminazione

Oltre al risultato, a far discutere nel post-partita è stata una scelta precisa di Cristian Chivu. Il tecnico nerazzurro ha deciso di non inserire Pio Esposito, nemmeno con l’obiettivo di affidargli un calcio di rigore nella serie decisiva. Una decisione che ha sorpreso molti, soprattutto alla luce del momento vissuto dall’attaccante. Pio Esposito, ex Spezia, arrivava a questa semifinale forte di una stagione in costante crescita. Il giovane centravanti aveva già lasciato il segno in campionato, in Coppa Italia e persino in Champions League, dimostrando personalità e freddezza anche in contesti di alto livello. La Supercoppa avrebbe potuto rappresentare un’ulteriore tappa simbolica del suo percorso, magari proprio dal dischetto, in una situazione di massima pressione.

Cristian Chivu

Il caso Pio Esposito: scelta di Chivu che fa discutere dopo l’eliminazione – Topallenatori.it (screen Youtube)

Invece, Chivu ha scelto diversamente. Esposito è rimasto in panchina per tutta la durata della gara e, al momento dei rigori, non ha avuto alcuna possibilità di incidere. Una scelta tecnica che, col senno di poi e alla luce dell’eliminazione, alimenta inevitabilmente interrogativi. Non tanto per il risultato in sé, quanto per la gestione di un talento che sta dimostrando di poter reggere il peso delle grandi occasioni. Il Bologna, alla fine, ha avuto la meglio nella serie dei rigori, conquistando l’accesso alla finale e confermando la solidità del lavoro portato avanti da Vincenzo Italiano. Per l’Inter, invece, resta l’amarezza di un’occasione sfumata e il dibattito su scelte che potrebbero pesare anche nel prosieguo della stagione. La Supercoppa si chiude così per i nerazzurri, con una sconfitta che lascia più domande che risposte. E con un nome, Pio Esposito, che inevitabilmente torna al centro delle discussioni, non per ciò che ha fatto, ma per ciò che non gli è stato concesso di fare

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