Alla Juve servirebbe un attaccante come Kean, viste le difficoltà offensive dei bianconeri: l’annuncio ha improvvisamente cambiato le carte in tavola.
La parabola di Moise Kean resta una delle più enigmatiche del calcio italiano recente. Dopo l’exploit della scorsa stagione, in cui ha chiuso tra i migliori marcatori della Serie A con la maglia della Fiorentina, l’attaccante classe 2000 sta vivendo un’annata molto più tortuosa. In estate i viola lo hanno blindato come perno offensivo del progetto, certi di aver trovato un centravanti completo, moderno, capace di unire fisicità e velocità. E per diversi mesi quella convinzione sembrava solidissima. Il presente, però, racconta una storia diversa. Kean sta faticando a ritrovare quella brillantezza che nella scorsa stagione lo aveva reso uno dei punti di riferimento dell’intero campionato. La continuità che aveva costruito gol dopo gol si è incrinata. A questo si sommano le instabilità di una Fiorentina che, tra cambi di guida tecnica e risultati inesistenti, non è riuscita a offrirgli un contesto stabile.
Eppure, è impossibile ignorare quanto fatto da Kean lo scorso anno. Ceduto dalla Juventus nell’estate 2024, ha letteralmente ribaltato la percezione che molti avevano di lui: da promessa fragile a bomber concreto, catapultato nella top-list dei marcatori italiani. A Firenze è rinato, e proprio questa rinascita ha sollevato interrogativi pesanti sulle scelte fatte dal club bianconero. Perché se oggi fatica, è altrettanto vero che la Juve, lasciandolo partire forse con troppa leggerezza, ha rinunciato a un talento che aveva iniziato a maturare proprio quando gli è stata chiusa la porta. La sensazione diffusa è che Kean sia un giocatore che ha bisogno di fiducia, continuità e un sistema offensivo costruito sulle sue caratteristiche. Quando ha avuto tutto questo, ha funzionato eccome. Oggi però il suo nome è stato accostato nuovamente alla Juventus.
Juventus, tirata d’orecchie di Massimo Mauro: “Non è stato furbo venderlo così in fretta”
È in questo quadro che si inseriscono le parole di Massimo Mauro, intervenuto sulle colonne della Gazzetta dello Sport con un giudizio molto netto sulle scelte della Juventus, in particolare sul caso Moise Kean. L’opinionista ha messo il dito nella piaga, puntando il faro su una strategia che, secondo lui, ha finito per depauperare il patrimonio tecnico italiano del club bianconero. Mauro è infatti sicuro: “La Juventus non è più un riferimento per i giocatori forti italiani e deve tornare a esserlo: c’è un grandissimo settore giovanile che però ha perso i giocatori quando sono diventati bravi. Marchisio, per esempio, ha giocato una vita alla Juventus. Fagioli, Kean, Rovella… A vedere la squadra di adesso, non è stato molto furbo mandarli via. La Juventus ne ha troppo pochi, deve tornare a costruirli o trovarli, ma non è così semplice. Comolli, Chiellini e gli altri hanno un compito difficilissimo”.

Juventus, tirata d’orecchie di Massimo Mauro: “Non è stato furbo venderlo così in fretta” – Topallenatori.it (screen Youtube)
Parole che forse Comolli non vuole sentire e che, inevitabilmente, alimentano un dibattito molto ampio. È il discorso non solo su Kean, ma su un’intera generazione di talenti cresciuti nel vivaio bianconero e poi lasciati andare proprio quando avrebbero potuto diventare colonne portanti. In questo senso, Mauro non punta il dito soltanto contro le scelte di mercato, ma contro un modello gestionale che sembra aver perso quella capacità di valorizzare e trattenere i giovani italiani più promettenti. Lasciar partire Moise Kean proprio nel momento della sua maturazione è stato un errore strategico. E oggi, osservando la sua evoluzione e la sua importanza a Firenze, quel giudizio risuona ancora più forte.

Kean-Juve, l'annuncio ribalta tutto: discorso chiuso - Topallenatori.it (screen Youtube)






