La Juventus vive un momento in cui ogni decisione pesa doppio, una dirigenza in bambola può rovinare tutto. Comolli deve decidere.
La stagione della Juventus, infatti, sembra essere entrata in quella fase delicatissima in cui equilibrio e continuità non sono più soltanto obiettivi da inseguire, ma condizioni necessarie per evitare che il progetto tecnico scivoli verso un terreno complicato da recuperare. Luciano Spalletti sta cercando di dare una forma stabile a una squadra che, però, continua a vivere di alti e bassi, come se ogni passo avanti fosse inevitabilmente accompagnato da due piccoli passi indietro.
Senza ombra di dubbio la costruzione della Juventus del futuro passa proprio da questa fase, perché salvare l’annata attuale significa anche preparare basi più solide per la prossima. Il problema è che, mentre Spalletti lavora sul campo, la dirigenza sembra ancora in piena confusione. Tra strategie non del tutto definite, idee che cambiano e una visione a lungo termine che non appare così nitida come dovrebbe, la Juventus continua ad oscillare come se fosse in bambola, incapace di dare una direzione unica al proprio percorso.
Comolli rischia grosso, bisogna decidere
E proprio negli ultimi giorni un episodio inatteso ha acceso nuovamente i riflettori sulla gestione del club, trascinando in mezzo anche Comolli, chiamato ancora una volta a difendere scelte che non convincono tutti.
Il caso è esploso dopo una chiacchierata ai microfoni di Sky Sport in cui Dejan Savićević, leggenda del calcio montenegrino ed ex icona del Milan, ha parlato apertamente non solo della situazione del calcio nel suo Paese ma anche di una delle giovani promesse che sta cercando spazio proprio alla Juventus: Vasilije Adžić. Il classe 2006, arrivato a Torino con grandi aspettative, sta trovando meno spazio del previsto, prima sotto Tudor e ora anche con Spalletti. E le parole di Savićević, che oggi ricopre il ruolo di Presidente della Federcalcio del Montenegro, sono risuonate come una vera e propria tirata d’orecchie pubblica nei confronti della dirigenza bianconera.

Adzic ha bisogno di giocare, la Juve deve decidere (Foto IG @_vasilije10 – topallenatori.it)
Savićević ha infatti dichiarato senza troppi giri di parole: “Adžić? Stiamo parlando di un ragazzo di grande qualità, basta guardare quel gol contro l’Inter, ma non avendo tanto spazio per giocare non ha la possibilità di dimostrarlo”. Una considerazione che già da sola basterebbe ad aprire un dibattito, però il presidente montenegrino non si è fermato lì. Ha rincarato la dose spiegando di aver suggerito già mesi fa al ragazzo di trasferirsi altrove per trovare minuti, continuità e una crescita più lineare: “Io già sei mesi fa gli ho consigliato di andare a giocare un anno in un’altra squadra, per trovare la continuità, perché se continua così ho paura che si possa perdere”.
Parole che, inevitabilmente, finiscono per mettere sotto pressione Comolli e l’intera area sportiva bianconera. La Juventus infatti si trova davanti a un bivio chiaro: decidere se puntare davvero sui giovani talenti che ha scelto di portare a Torino, dando loro il tempo e lo spazio necessari per crescere, oppure cambiare strada e tornare su una linea più conservativa, sacrificando parte del futuro per esigenze immediate. È una questione complessa, perché la Juventus non può permettersi errori, soprattutto in una fase così delicata del suo percorso di ricostruzione.
Adžić rappresenta perfettamente questa tensione tra presente e futuro. Un talento puro, con colpi che fanno immaginare una carriera luminosa, però ancora troppo spesso relegato ai margini nelle rotazioni. E ogni minuto perso rischia di diventare un passo indietro non solo per lui, ma anche per un club che dice di voler valorizzare un nuovo ciclo, salvo poi faticare a farlo realmente. In questo clima, le parole di Savićević non sono semplici opinioni: somigliano più a un monito. Un richiamo forte, pubblico, che la Juventus ora non può più permettersi di ignorare.

Comolli chiamato a scegliere in fretta (Foto IG @radiosportiva - topallenatori.it)







