Quando parliamo di dipendenza nel calcio, è chiaro che l’attenzione è alle stelle: ecco a quale sostanza facciamo riferimento.
Quando parliamo di dipendenze nello sport e in particolare nel calcio, è chiaro che l’attenzione è sempre elevatissima. Questo perché i rischi per la salute sono elevatissimi, specialmente quando facciamo riferimento al doping, senza contare le implicazioni dal punto di vista delle prestazioni.
Proprio per questa ragione, quando viene scoperto qualcuno che ha fatto uso di sostanze illegali, viene immediatamente fermato e squalificato.
All’interno di questo articolo parleremo di qualcosa che crea dipendenza, certo, ma che è un po’ differente da ciò che conosciamo più comunemente come sostanze dopanti.
La domanda adesso è semplice; di cosa si tratta, qual è il suo effetto sui calciatori e dobbiamo preoccuparci? Tutto questo lo affronteremo nelle prossime righe, anche perché si tratta di una questione che giustamente può fare discutere tantissimo.
Crea dipendenza ma la usano nel calcio: di cosa si tratta
Il caffè, caratterizzato dalla caffeina al suo interno, può creare dipendenza. Al tempo stesso, può fare molto bene ai calciatori, parlando quantomeno di prestazioni in mezzo al campo, visto che qualora si esageri può fare molto male anche agli atleti professionisti. Ma come può essere efficace la caffeina per i calciatori di primissima categoria? Perché in questo sport vengono alternate fasi di corsa continua ad azioni ad altissima intensità, fino a scatti brevi, cambi di gioco, uno contro uno e riflessi fulminei (specialmente in difesa).

Che effetto fa la caffeina ai calciatori (www.topallenatori.it)
E così, la caffeina risulta essere un alleato più che eccezionale in tutte queste fasi di gara, perché riduce la percezione della fatica, aumenta l’eccitabilità a livello neuromuscolare e favorisce un maggior reclutamento delle fibre muscolari. Dopo aver assunto la caffeina, i calciatori – anche a livello amatoriale – possono mantenere la velocità di corsa più a lungo e ridurre il tempo da uno scatto all’altro. Questo perché viene favorito in maniera maggiore l’uso dei substrati energetici. Inoltre, dall’altro lato, la mente rimane attiva per più tempo. Insomma, la percezione del cervello è che ci si affatica di meno e si può resistere di più applicando determinati sforzi sul piano atletico.
Alcuni club prevedono la diffusione controllata della caffeina fra i propri calciatori, tuttavia è fondamentale prestare attenzione; alcune funzioni cognitive complesse potrebbero peggiorare in alcune persone. Proprio per questo motivo, la caffeina andrebbe prima di tutto testata in allenamento, non di certo in partita dove attimi di frenesia possono peggiorare solo la situazione per una o l’altra squadra. Senza contare i problemi relativi alla salute dei singoli giocatori.

Effetti di una determinata sostanza nel calcio (www.topallenatori.it)






