La sfida col Cagliari ha regalato i tre punti alla Juve, ma anche una tegola non indifferente: con l’infortunio di Vlahovic cambia il mercato della Juve.
La Juventus torna da Cagliari con tre punti che profumano di ossigeno, ma il viaggio di ritorno non ha il sapore dolce che una rimonta dovrebbe regalare. La vittoria per 2-1, firmata da un brillante Kenan Yildiz, è stata una dimostrazione di carattere e resilienza da parte della squadra di Luciano Spalletti, capace di reagire subito allo schiaffo iniziale e di ribaltare l’inerzia di una gara complicata. Per lunghi tratti si è rivista una Juve più energica, più verticale, più concreta di quanto visto nelle ultime settimane: una squadra che, pur con limiti strutturali evidenti, ha provato a ritrovare identità e sicurezza. Ma a spegnere l’entusiasmo è arrivata la nota più stonata della serata: l’infortunio di Dusan Vlahovic, uscito in lacrime poco dopo la mezz’ora, con quella mano sulla coscia che raccontava più delle parole. Le prime impressioni parlano di un guaio muscolare serio, di quelli capaci di ribaltare prospettive e certezze, proprio come accaduto al Napoli con il lungo stop di Romelu Lukaku. Una stagione può cambiare in un gesto, in un allungo sbagliato, in un dolore improvviso: Spalletti lo sa, la Juventus ancora di più.
L’analogia con quanto vissuto dal Napoli è inevitabile. Senza Lukaku, Conte ha dovuto reinventare gerarchie e strategie; ora, senza Vlahovic, la Juve rischia di trovarsi nella stessa, identica situazione. Non c’è solo il peso tecnico da sostituire, perché il serbo stava riacquisendo la centralità tattica, c’è l’area di rigore che improvvisamente si svuota, c’è la mancanza di un riferimento forte per tutti gli altri interpreti offensivi. La Juventus, per quanto abbia trovato spiragli nella crescita di Yildiz, non può reggere a lungo senza il suo numero nove titolare. Ed è proprio dal campo di Cagliari che parte, inevitabile, la riflessione sul mercato.
Spalletti trema e chiama Comolli: serve un bomber
Se dagli esami dovesse emergere uno stop lungo, la Juventus sarà costretta ad accelerare una rivoluzione che, fino a ieri, sembrava rimandata all’estate. In questo scenario, il destino di Jonathan David appare segnato. Arrivato con aspettative alte, il canadese non ha mai inciso davvero: pochi gol, poca continuità, poca personalità nelle grandi serate. L’idea di una sua cessione già a gennaio, per aprire spazio salariale e tecnico a un profilo più adatto alle esigenze di Spalletti, è più di un’ipotesi. D’altra parte per la Juve sarebbe una plusvalenza piena. Il nome in cima alla lista, inevitabilmente, resta quello di Joshua Zirkzee. L’olandese del Manchester United, già sondato in passato, è un centravanti atipico e moderno, capace di legare il gioco come pochi e di dare profondità con tempi e sensibilità da attaccante vero.

Spalletti trema e chiama Comolli: serve un bomber – Topallenatori.it (screen Youtube)
È il prototipo di attaccante che Spalletti ama: associativo, elegante, ma anche concreto quando serve. La concorrenza, però, non manca, e il prezzo – anche in un’operazione iniziale in prestito – sarà tutt’altro che popolare. Chi non partirà, almeno non ora, è Lois Openda. Pagato una cifra importante appena pochi mesi fa, rappresenta un investimento troppo fresco per essere sacrificato, e soprattutto un talento su cui la società crede ancora molto. Sarà lui, con Yildiz, a dover reggere l’urto in attesa di capire l’entità dell’infortunio di Vlahovic. Ma se le sensazioni dovessero trovare conferma, gennaio diventerebbe il mese più importante della stagione bianconera.

Come Lukaku, infortunio Vlahovic: la Juve stravolge il mercato - Topallenatori.it (screen Youtube)






