Per Carlos Alcaraz la sconfitta a Torino è stata una condanna e Sinner lo ha relegato a un ruolo marginale nel panorama mondiale: coinvolto anche Fritz.
Il 2025 del tennis mondiale si chiude come era iniziato: con due nomi incisi sopra ogni altro, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Una rivalità che non si limita più all’estetica del gioco, ai colpi impossibili o alle finali memorabili, ma che ormai rappresenta l’intero asse attorno al quale ruota il tennis contemporaneo. Hanno monopolizzato la stagione, dividendosi i quattro Slam – due per parte – come fossero proprietà private.
Sinner si è preso gli Australian Open e soprattutto Wimbledon, l’erba che per anni aveva raccontato altre storie non certo targate Italia; Alcaraz ha risposto colpo su colpo, facendo suoi Roland Garros e US Open. Eppure, nel momento in cui bisognava lasciare un segno definitivo, il finale è stato scritto dall’azzurro. Le NittoATP Finals di Torino, teatro scelto per chiudere i conti, hanno premiato ancora una volta la lucidità e il pragmatismo di Sinner: una vittoria senza appello, costruita nella settimana perfetta e impreziosita da colpi che hanno sfidato persino la fisica.
Se l’estate sembrava aver spostato l’inerzia verso lo spagnolo, complice il periodo nero dell’azzurro dopo Cincinnati e Flushing Meadows, la cavalcata tra Pechino, Parigi e Torino ha ribaltato tutto. Sinner è tornato dominante, Alcaraz è inciampato contro avversari insospettabili – vedi Norrie – mostrando per la prima volta crepe tecniche ed emotive. Quando la pressione sale, Sinner risponde meglio. Quando si entra nella parte calda della stagione, quella che decide tutto, l’azzurro si è dimostrato superiore. È il motivo per cui, pur con due Slam a testa, è Sinner a chiudere l’anno con l’aura del più forte. Ma ciò che sembrava un duello isolato, scopriamo ora essere parte di un movimento ben più ampio. Perché dietro al numero 2 del mondo c’è un sistema che sta producendo risultati come mai nella storia recente.
L’Italia davanti a tutti: la nuova potenza del tennis mondiale
Il dato più clamoroso è arrivato all’indomani della vittoria alle Finals: sommando i punti dei giocatori presenti nella top 100 ATP, l’Italia è oggi prima nazione al mondo, davanti agli Stati Uniti. È una fotografia storica, quella proposta dalla GdS, che racconta non solo l’eccellenza di Sinner, ma la profondità di un movimento che negli ultimi anni ha cambiato pelle. Il totale dei punti azzurri è impressionante: 23.732, contro i 23.074 degli americani e i più distanti 18.099 della Spagna di Alcaraz. Significa che non c’è solo un fuoriclasse a tirare la volata, ma un gruppo solido, giovane, competitivo su tutte le superfici. L’Italia porta nove giocatori nei primi cento, quattro dei quali nella top 30: una densità mai vista nella nostra storia.

L’Italia davanti a tutti: la nuova potenza del tennis mondiale – Topallenatori.it (screen Youtube)
Il 2025 è stato un anno da enciclopedia: undici titoli ATP, due Slam, le Finals, un Masters 1000, due ATP 500. E mentre Sinner ha costruito la stagione più importante della sua carriera – quattro finali Slam, sei titoli complessivi, 1.500 punti nelle Finals – anche Lorenzo Musetti ha compiuto il salto definitivo, chiudendo tra i primi dieci e confermandosi tra i migliori al mondo sulla terra.
Alle loro spalle, Flavio Cobolli e Luciano Darderi hanno riscritto i propri record di classifica, contribuendo al sorpasso sugli USA, che pur vantano quindici giocatori in top 100 ma meno peso nei piani alti. Senza dimenticare la coppia Bolelli/Vavassori, settima al mondo nel doppio, e l’eterogeneità di un gruppo che ha ancora margini enormi di crescita. Infine c’è un altro dato simbolico che lascia ben sperare per il futuro: tolti Sonego e Berrettini, la nuova guardia italiana ha tra i 22 e i 24 anni.

Sinner è una condanna, disastro Alcaraz: anche Fritz lo umilia - Topalleantori.it (screen Youtube)











