Tutto da rifare. La finale tra Sinner e Alcaraz, al netto dello spettacolo regalato dai due dominatori del tennis, sembra destinata a rigiocarsi.
Da oltre un anno il tennis mondiale vive in una dimensione a due. Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si alternano sul trono come in un perfetto equilibrio di forze, con sfide che si ripetono nei tornei più importanti e che ormai hanno assunto i contorni di una rivalità storica. L’ultimo atto di questa saga è la finale del Six Kings Slam di Riyadh, una competizione esibizione dal montepremi faraonico ma con un peso simbolico enorme. Ancora una volta saranno loro, i due fenomeni del presente, a contendersi la vittoria. Il 2025 è stato l’anno che ha sancito definitivamente il loro dominio. Sei finali tra loro, quattro vinte dallo spagnolo e due dall’italiano: una superiorità quasi imbarazzante rispetto al resto del circuito. Alcaraz ha ripreso il numero uno del ranking grazie alla vittoria agli US Open, mentre Sinner ha vinto Australian Open e Wimbledon, scrivendo pagine di storia per l’Italia sportiva. Eppure, la sensazione è che entrambi siano ancora lontani dal proprio apice: l’uno continua a crescere sul piano tattico, l’altro a potenziare la propria tenuta mentale.
Poco importa, dunque, che la finale di Riyadh non abbia assegnato punti ATP: ciò che conta è il segnale che i due stanno mandando al mondo del tennis. L’abisso che li separa dagli inseguitori sembra ormai incolmabile. Persino giocatori di altissimo livello come Alexander Zverev, Daniil Medvedev o Holger Rune faticano a tenere il passo, mentre le nuove leve non hanno ancora trovato la costanza necessaria per insidiare il duopolio. Alcaraz e Sinner sono diventati il punto di riferimento tecnico e mentale del circuito, due modelli opposti e complementari che si sono scontrati nella finale araba, ma che sembra destinati a rigiocarla ancora e ancora.
Bertolucci lancia l’allarme: “Dietro Sinner e Alcaraz il vuoto, nessuno può fermarli”
Sulle colonne della Gazzetta dello Sport, Paolo Bertolucci ha espresso con lucidità e un pizzico di preoccupazione ciò che molti addetti ai lavori pensano da tempo: “Dietro ai due dominatori non ci sono veri inseguitori. È questo il problema più grave, più ancora del declino naturale dei veterani. Quando giocano Sinner e Alcaraz, quasi sempre vanno in finale”. Un’analisi che fotografa alla perfezione l’attuale situazione del tennis mondiale. Bertolucci sottolinea come il ricambio generazionale si sia di fatto fermato: “Questo squilibrio è un segnale di allarme per l’intero movimento. È vero che tutti gli sport vivono cicli di fuoriclasse, ma nel tennis la distanza generazionale è diventata abissale. Zverev e Medvedevsembrano fuori dalla corsa, Draper non ha avuto la continuità necessaria e la distanza con Ruud è evidente. Anche Rune si è fermato”.

Bertolucci lancia l’allarme: “Dietro Sinner e Alcaraz il vuoto, nessuno può fermarli” – Topallenatori.it (screen Youtube)
Parole che risuonano come un monito per il futuro. Mentre gli altri arrancano, Sinner e Alcaraz continuano a riscrivere le regole del gioco. La loro rivalità non è soltanto sportiva ma anche narrativa: ogni sfida tra loro diventa un capitolo di un romanzo che il tennis mondiale non si stanca di leggere. Bertolucci non ha dubbi: di finali tra i due ne vedremo ancora molte, forse troppe per chi spera in un ritorno all’imprevedibilità. Ma per gli appassionati, ogni nuovo confronto è uno spettacolo da non perdere. Finché esisteranno Sinner e Alcaraz, il tennis avrà due soli sovrani e il resto del mondo, almeno per ora, potrà solo guardare da lontano.