Maifredi, ex tecnico della Juve in vista della sfida col Como: “Guardo la squadra Tudor con poco piacere. Fabregas esalta i suoi con le idee”
Resterà per sempre l’uomo della rivoluzione mancata. Colui il quale doveva aprire gli anni 90 del secolo scorso per staccare dalla storia della Juventus quell’etichetta italianista nel senso peggiore del termine.
Luigi Maifredi, per tutti Gigi, doveva essere l’allenatore del gioco organizzato, rapido e vincente. Colui il quale portava la rivoluzione sacchiana alla Juventus. Non è andata così, un dna come quello bianconero non l’ha cambiato lui e non l’hanno cambiato Sarri o Thiago Motta.
Oggi, a 78 anni, Maifredi continua a guardare calcio: scegliendo bene, però, su cosa puntare la sua attenzione, senza dimenticare i sentimenti che ancora lo legano al suo passato.
Partiamo da Como-Juve: “Sarà una gara – dice Maifredi in esclusiva al nostro portale – che guarderò con interesse. Perché da un lato c’è un pezzo del mio passato, dall’altro una squadra che mi piace molto. Il Como si sta mettendo in luce con gioco, idee e programmazione”.
Cesc, l’uomo che esalta la rosa
Si arriva subito al punto. Fabregas. “Mi piace tanto, perché si vede che fa divertire i suoi calciatori, li fa lavorare in scioltezza. Li esalta. La grande differenza – spiega Maifredi – è tra coloro i quali vogliono giocare al calcio e quelli che vogliono speculare. La speculazione ha portato il nostro calcio ad avere grandi problemi”.
Il rimedio ci sarebbe anche. “Certo, sarebbe quello – continua Maifredi – di riportare al centro il miglioramento della qualità del gioco e con esso la fantasia. Qualcosa che stiamo perdendo e che mi fa allontanare da tante partite. Oggi scelgo con sempre maggiore attenzione cosa guardare e cosa no”.
Fin troppo semplice spostarci in casa Juve, partendo proprio dalla concezione maifrediana di cosa sia bello da vedere e cosa no. E non mancano le parole che lasciano riflettere.
Maifredi e la stoccata a Tudor: “Ha questi limiti”
“Tudor è un difensore e come tutti i difensori hanno una loro particolarità a vedere il gioco“. Anche perché nella visione di Maifredi “gli allenatori bravi nascono a centrocampo. I centrocampisti hanno la piacevolezza del gioco, di vederlo costruito in un certo modo”. E Tudor?
Una Juve vecchio stampo
“Tudor è copertura e ripartenza, ha a disposizione diversi giocatori di ottimo livello. Si difende e poi si affida ai giocatori bravi che ha lì davanti per creare qualche occasione da gol. Questa Juve è una squadra che ha scarsa fluidità di gioco, Tudor era un allenatore a fine corsa fino a pochi mesi fa, ora si è ritrovato a costruire ma con questi limiti. Per questo guardo con poco piacere non solo le partite della Juventus, ma ad esempio anche quelle della Nazionale”.

Tudor e la teoria dei difensori-allenatori (foto x.com) – topallenatori.it 151025
Un problema legato al livello tattico del nostro calcio. “Si – conferma Maifredi – perché abbiamo costruito un campionato con un gioco poco brillante. Siamo il quinto anche sesto campionato al mondo, ormai. Ci esaltiamo per calciatori forti ma al termine della loro carriera, come Modric o De Bruyne”.
La chiosa è sulla Nazionale. “Se questa è la Serie A, non mi stupisce – chiude Maifredi – che ci si esalti per esser arrivati ai play-off per accedere ad un Mondiale. In altre epoche sarebbe stato considerato come qualcosa da criticare: è lo specchio di quello che siamo”.