L’ipotesi di un ritorno in Serie a per Chiesa ormai non è una novità, ma quando è Gattuso a chiamare, allora cambia tutto: la scelta è già stata fatta.
Il percorso di Federico Chiesa al Liverpool continua a vivere in una zona d’ombra che nessuno, a cominciare dallo stesso attaccante italiano, immaginava. I numeri della stagione raccontano una storia chiara: 8 presenze complessive in Premier League, tutte da subentrato, con 2 gol e un assist, frutto più di lampi isolati che di una reale continuità. La mano di Arne Slot non è ancora riuscita a inserirlo stabilmente in un sistema che corre a ritmi altissimi e che richiede un livello di efficienza fisica totale, proprio ciò che negli ultimi due anni è mancato al figlio d’arte.
Il valore di mercato del classe ’97 resta importante, ma non più da fuoriclasse in ascesa: si attesta infatti attorno ai 16 milioni di euro, stima realistica per un calciatore che sta cercando di riprendere quota dopo un periodo di flessione, soprattutto dal punto di vista della continuità atletica. A Liverpool, nonostante la professionalità riconosciuta da tutto l’ambiente, Chiesa non è mai diventato imprescindibile. Né l’impatto statistico né la frequenza d’impiego hanno convinto la dirigenza dei Reds a blindarlo come uno dei cardini del progetto tecnico.
In Italia, però, il suo nome continua ad accendere le fantasie di mercato. Napoli, Roma, Milan e perfino Atalanta: la Serie A chiama, e Chiesa ascolta. La scorsa estate il Napoli aveva già valutato un affondo, incuriosito dalla possibilità di inserirlo nell’universo tattico di Antonio Conte. E, soprattutto, il giocatore avrebbe gradito il ritorno nel campionato che ha imparato a conoscerlo e ad aspettarlo. La Premier è un’altra storia: esplosiva, verticale, durissima fisicamente. Chiesa ha provato a restare aggrappato al treno inglese, ma oggi l’ipotesi di rientrare in Italia non è più un tabù. Anzi, sembra un’opportunità concreta per rilanciarsi e Gattuso sembra quasi avergli servito un assist.
“Il problema ce l’ha lui, non io”: l’invito di Gattuso è un richiamo per Chiesa
Le parole di Gennaro Gattuso, pur pronunciate con la consueta schiettezza, hanno squarciato il velo su un tema che molti, nella Federazione e non solo, avevano già posto sul tavolo, ovvero il ritorno di Federico Chiesa in un contesto tecnico più adatto per ritrovare stabilità, fiducia e continuità fisica. Interrogato sul possibile rientro dell’attaccante del Liverpool in vista dei playoff mondiali, il Commissario Tecnico non si è nascosto: “Il problema ce l’ha lui, non io. Io ci parlo ad ogni convocazione. Lo sapete bene”. Una frase secca, asciutta, quasi chirurgica, ma dal peso specifico enorme. Tradotta: la porta della Nazionale è aperta, ma Chiesa deve dimostrare di poter stare al centro di un progetto, di poter garantire costanza di rendimento, di potersi allenare con continuità. Proprio ciò che in Premier League gli è mancato. Non un’accusa, ma un invito. Un consiglio tecnico travestito da constatazione.

“Il problema ce l’ha lui, non io”: l’invito di Gattuso è un richiamo per Chiesa – Topallenatori.it (screen Youtube)
Chiesa è uno di quei calciatori che possono cambiare il volto di una squadra. Ma per farlo serve un ecosistema che lo sostenga, una cornice tattica che ne valorizzi gli strappi e la ferocia nei 30 metri finali. Gattuso lo sa, e lo ha lasciato intendere con lucidità, perché il talento c’è, ma va riportato al centro. In Serie A Chiesa ritroverebbe ritmi, gerarchie e un contesto più simile a quello che lo ha consacrato. La Nazionale, in vista dei playoff, ha bisogno di certezze. E le certezze passano anche dalle scelte di Federico: restare a lottare a Liverpool o tornare dove può davvero essere protagonista. Gattuso ha parlato chiaro. Ora tocca a Chiesa.

Gattuso spinge Chiesa in Serie A: la scelta è ormai fatta - Topallenatori.it (screen Youtube)






