Calcio

Disastro Napoli, la verità inchioda Conte: non può più mentire

Napoli ConteDisastro Napoli: Conte sotto accusa (Instagram Antonio Conte) - Topallenatori.it

La disfatta di Eindhoven accende sinistri presagi di sventura per il Napoli e Antonio Conte: il mister però non può lavarsene le mani

Ha detto tutto, senza in realtà dire nulla. Antonio Conte ha incassato l’umiliante sconfitta di Eindhoven, lavandosene in pratica le mani. Colpa del mercato, troppo ricco questa volta dopo aver ‘pianto’ per anni campagne acquisti non all’altezza delle sue ambizioni.

Colpa dei nuovi che devono stare “zitti e fare un bagno di umiltà”, magari cercando di capire perché tra di loro gli unici che hanno trovato spazio sono de Bruyne e Hojlund (Lucca ha visto il campo solo per lo stop del danese). Colpa forse anche dei senatori che, dopo lo scudetto, hanno un po’ perso la bussola e si sono fatti trascinare dall’euforia che ha circondato finora la squadra. Ah già l’euforia: colpa anche dei troppi proclami sul Napoli come squadra da battere, ruolo che – la storia lo insegna – piace poco, anzi pochissimo ad Antonio Conte.

Colpe di tanti, mai però sua: di un allenatore che ha messo la sua firma indelebile sullo scudetto – e nessun può dire il contrario – ma che ora sembra aver perso la bussola.

Napoli, Conte non può assolversi: tocca a lui indicare la rotta

Si può vincere lo scudetto da condottiero, ma anche perdere la faccia da condottiero: è accaduto martedì sera ad Eindhoven e c’è una sola persona che può risollevare il Napoli al momento. Antonio Conte.

Conte crisi Napoli

Conte deve risolvere la crisi del Napoli (Instagram Antonio Conte) – Topallenatori.it

L’allenatore salentino deve però ritornare sui suoi passi, capire che di errori (e non pochi) quest’anno ne ha commessi anche lui. Voler forzare la mano in un 4-1-4-1 che ha fatto perdere certezze alla squadra, soprattutto in fase difensiva. Il non aver accelerato il processo di adattamento dei nuovi, lasciandoli spesso marcire in panchina (Noa Lang su tutti), e alimentando divisioni nello spogliatoio ammesse da lui stesso. Non aver trovato una soluzione ai tanti, troppi, infortuni che stanno falcidiando la squadra. Aver ripudiato un mercato da oltre cento milioni di euro, parlando di giocatori da 20 milioni che non sono come quelli da 50.

C’è però un allenatore da oltre sei milioni di stipendio all’anno che – usando il suo ragionamento – qualcosa in più dovrebbe pur dare alla squadra. Conte, questo Conte, non lo sta facendo finora, dando ragione a chi lo ha sempre accusato di non saper gestire il doppio impegno. Di tempo per invertire la rotta ce n’è ancora, ma serve la miglior versione del tecnico: quella che non accampa scuse e che ci mette la faccia, prendendosi anche lui la giuste dose di colpe. Lo ha fatto a Verona un anno fa ed è stato l’inizio della cavalcata scudetto. Lo dovrà rifare oggi, con l’Inter alle porte per una partita che dirà tutto: resurrezione o crisi irreversibile, dal Maradona tra due giorni arriverà la risposta definitiva. E in un senso o nell’altro, la firma sarà di Antonio Conte.

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