5 MOTIVI PERCHÉ I GENITORI DURANTE LE PARTITE NON DEVONO FARE I MISTER’S

5 MOTIVI PERCHÉ 

I GENITORI DURANTE LE PARTITE

NON DEVONO FARE I MISTER’S

5 motivi

Anche durante lo svolgimento degli allenamenti della scuola calcio (primi calci, pulcini e esordienti), i genitori rimasti a guardare la seduta in tribuna, sono li a criticare l’operato del mister!

Il genitore vuole il meglio per il loro figlio, e vorrebbero vedere in loro un nuovo campione. Ma spesso accade durante ogni gara, il o i genitori trasmettono indicazioni tecniche da “joystick”  verso i loro figli, facendo più male che bene!

Ecco cinque ragioni per cui i genitori dovrebbero lasciare le indicazioni  all’allenatore.

 

  1. INIBISCE L’ESPRESSIONE CREATIVA

Il bambino come tale non ha costruito ancora una vera e propria identità, pertanto l’autostima risulta altalenante ed in ogni attività che egli compie sia ludica che educativa in generale, deve essere sostenuto nella sua crescita psicologica ed emotiva da un adulto di riferimento che si dimostra anche partner simbolico per le varie esperienze di vita. Che crede in lui, anche quando  sbaglia! Nello sport in particolare modo, nella sua accezione di gioco, libertà e sana competizione, il bambino non deve accumulare ansia da prestazione o frustrazione e disagi di nessun tipo. Gli errori sul campo, possono dimostrarsi al contrario come trampolino di lancio per una buona riuscita tecnica e grazie al giusto incoraggiamento e al rinforzo positivo il bambino è in grado di dare di più!!!

2. NIDIFICA CONFUSIONE

La coerenza nella vita è il capostipite per il buon successo in ogni cosa. Se l’allenatore sostiene una filosofia di pensiero e consiglia i bambini in una determinato modo, il genitore anche se dissente o non condivide non deve palesarlo assolutamente, perché questo destabilizza solo il bambino, il quale si troverà a sostenere un peso decisionale sulle spalle (seguo ciò  che dice il mister o mio papà?) che è gravoso per la sua età. E umano non condividere certe posizioni, ma se qualche genitore volesse mettere in discussione la scelta del mister, ne deve discutere in separata sede, in un colloquio privato, mai mettere in discussione la sua figura professionale – istituzionale davanti al bambino. 

3. RIDUZIONE DECISIONALE A SVANTAGGIO DELLE SUE ABILITA’ 

I suggerimenti a bordo campo, non devono entrare i conflitto con quelle del mister, come ribadito già nelle righe previdenti, creando solo confusione e disorientamento e tanto meno devono essere aggressive e intimidatorie nei confronti dei bambini in generale, anche non appartenenti alla stessa squadra. Il genitore, con la sua presenza, al contrario deve risultare come un adulto capace di tendergli la mano al giusto momento, guidandolo e sostenendolo nella sua esperienza sportiva per andare oltre ai possibili errori a tutto vantaggio di un sereno percorso psico-fisico.

4. I BAMBINI NON IMPARANO DAI LORO ERRORI? 

‘Si può imparare dai propri errori’, l’ha detto il leggendario attaccante della Francia Thierry Henry. Ora, Thierry non ha intenzione di essere vincente in alcun premio per l’originalità con questa citazione, ma suona ancora vero. Fare errori è fondamentale per lo sviluppo di un bambino perché le consentirà di imparare a migliorare. 

5. LO RENDE MENO PIACEVOLE

E ‘un luogo comune, ma lo sport in giovane età è divertirsi, confrontarsi, competere e crescere. Ma tutto questo avviene in un ambiente sereno, senza la pressione del proprio genitore o di qualsiasi altro adulto!

Autore: La Camera Luciano  

Fonte: www.topallenatori.it

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